Questo dramma, rappresentato per la prima volta nel 1861, suscitò grande scalpore per lo scottante tema affrontato: il matrimonio deve essere considerato indissolubile anche in caso di “morte civile” di uno dei contraenti? Vi si presenta infatti la dolorosa situazione di una donna che ha il marito all’ergastolo, e quella dell’ergastolano stesso che, fuggito dal carcere, si sente come un “morto”, un intruso fra coloro che ama. Nel testo viene presentato il dramma della coppia che si trova di fronte ad una realtà che non riesce ad essere compresa; persone che non si riconoscono. E si pone il grande problema del cosa fare di fronte a tutto questo. Cavallo di battaglia di Ermete Zacconi, quest’opera conserva ancora integri tutti i suoi valori teatrali.