Futurismo femminista
Coerente sviluppo dei temi già espressi negli articoli apparsi su L’Italia futurista, Una donna con tre anime è un’ironica prefigurazione, in chiave avveniristica e fantastica, di un’Eva del futuro, incarnata, nella finzione letteraria, dall’anonima e «polverosa» Giorgia Rossi che in un breve lasso temporale sperimenta, per un’alterazione psichica dovuta a un incidente elettromagnetico, tre personalità lontanissime dalla sua natura originaria (emblema del cliché della moglie «buona», «mite», «timida», rassegnata al proprio destino, incarnata in un corpo «che non ha mai destato in alcuno un interessamento erotico»). Esse le comportano, rispettivamente, sintomi di sensualità priva «di qualsiasi pregiudizio morale», un temperamento virile e doti di sensibilità straordinaria, di tipo medianico, amplificate da «nuovi sensi irradiati immaterialmente nell’infinito»: continua fuga in avanti dalle costrizioni della banalità quotidiana.
Seguendo gli studi di Rudolf Steiner da un lato, e di Carl Jung dall’altro, le tappe della trasformazione di Giorgina, di cui la stessa struttura ternaria è di per sé un richiamo alla forza magica del numero che la caratterizza, simboleggiano dunque l’iter di evoluzione verso quello stato di coscienza superiore, alchemica, che si raggiunge grazie alla fusione di tutti i sensi in uno, in grado di attraversarli e di oltrepassarli.
Senza sapere noi quale sarà la donna del futuro, ci basti leggere l’epilogo del romanzo per riflettere sulle trasformazioni già accadute nel nostro tempo e «per non essere colti, di sorpresa, dalla fatalità evolutiva che incombe».
Il testo di Rosa Rosà rimane, a detta di moltissimi commentatori, una delle migliori espressioni della letteratura italiana che possiamo ricondurre alla corrente del futurismo.
L’autrice
Rosa Rosà, pseudonimo di Edith von Haynau anche Edith Arnaldi è stata una scrittrice e disegnatrice austriaca naturalizzata italiana, esponente del Futurismo.
Nata a Vienna da una famiglia dell’aristocrazia, fu educata in casa da precettori e solo ormai adulta frequentò la scuola d’arte a Vienna contro il parere familiare. Conobbe nel 1907 e sposò nel 1908 lo scrittore italiano Ulrico Arnaldi, con il quale ebbe quattro figli tra il 1909 e il 1915. Venne a contatto con il movimento del Futurismo durante la prima guerra mondiale, mentre il marito era al fronte.
Nella sua attività letteraria e artistica adottò lo pseudonimo di Rosa Rosà, da una omonima cittadina veneta. Si interessò di letteratura, disegno e grafica.
Una donna con tre anime (1918), è considerato un primo esempio di fantascienza femminista.
Una donna con tre anime